mercoledì 22 maggio 2013

CURIOSITA'... TATUAGGI




Ogni volta che proviamo ad immaginare quali possano essere le origini del tatuaggio, ad ognuno di noi appaiono in rapida successione, nella mente due immagini: le popolazioni primitive o i pirati; fieri come il famosissimo James Cook o irresistibili come Johnny Deep. Ma, iconografia a parte, di una cosa siamo tutti consapevoli ed ugualmente affascinati: il tatuaggio è una delle forme artistiche e di comunicazione tra le più antiche che l'uomo abbia messo a punto. Il termine, di origine polinesiana ("tatau"), significa "battere" o "marchiare", e fa riferimento al movimento che l'apposito strumento a martelletto compie per imprimere sull'epidermide il disegno prescelto, realizzato con dei pigmenti particolari.Alcuni scavi archeologici hanno recentemente dimostrato che i tatuaggi sono patrimonio artistico culturale dell'uomo fin dalle sue origini cavernicole, in tutto il mondo; ad esempio, con il ritrovamento di corpi di uomini e donne vissuti più di sei mila anni fa nelle zone del Nord e Sud America. O ancora, riportando alla luce resti di popolazioni eschimesi, siberiane, cinesi, egiziane e perfino italiane.

Dalla minuziosa e paziente catalogazione di tutti questi "dipinti" sul corpo umano, gli esperti sono giunti ad una serie di affascinanti conclusioni...come per esempio che gli Egizi usavano tatuarsi durante le cerimonie funebri, mentre i Legionari della Roma antica erano soliti tatuarsi sul braccio il nome del proprio generale o dell'imperatore, con la data dell'arruolamento nell'esercito, in concomitanza di una guerra; così come anche i disertori subivano l'onta di essere marchiati per infamia, alla stregua dei prigionieri e degli schiavi. Tra le altre popolazioni, i Celti erano invece propensi a praticare tatuaggi di carattere religioso, raffigurando sui loro corpi gli animali sacri secondo le credenze indigene. I Britanni ( "brith" significa "dipingere") furono invece i primi ad introdurre la variante dei tatuaggi colorati. Tra le popolazioni italiche, furono i primi cristiani ad utilizzare il tatuaggio per affermare con forza il loro Credo, come testimoniato dall'alta percentuale di "tau" (Croce) che contrassegnavano le fronti dei più fervidi seguaci di Cristo. Una moda decisamente osteggiata dalla Chiesa di tutta Europa, che infatti intervenne con una Bolla Papale per vietarne la diffusione. I Turchi, concludendo questa panoramica mondiale su tipologie e motivazioni per cui tatuarsi, erano convinti che un disegno indelebile sul corpo, con evidenti richiami religiosi, avesse la valenza di "lasciapassare" ad una sepoltura nei luoghi sacri all'Islam.

Insomma, oggi come allora, a qualsiasi latitudine, ci si tatuava e si continua a farlo per affermare qualcosa in cui si crede, in cui si spera. Sotto questo aspetto, l'immagine cui si è più propensi a rivolgere un pensiero è quella dei marinai, che usavano fermare sulla propria pelle un periodo della vita, un luogo visitato, una donna amata, da portarsi dietro, fino al prossimo viaggio, non solo impressi nella memoria o nel cuore, ma persino sull'epidermide! Ancora più anticamente, i disegni sul corpo venivano comunemente interpretati come statu symbol per sottolineare la propria appartenenza di ceto e censo sociale.

Oggi... beh, oggi un po' di cose sono cambiate. Come le tecniche, i materiali usati, i luoghi dove fare i tatuaggi, che sono spesso negozi "ad hoc" o studi privati simili, per arredo e conformità alle leggi igienico-sanitarie, a studi medici. Le ragioni sono spesso molto personali, ma genericamente legate ad un fatto di moda, per piacere di più agli altri e a se stessi. "Mappare" il corpo con disegni di vario genere, forme e colori è un po' come fermarsi e fare il punto della situazione, rispondendo a domande ataviche che continuiamo a portarci dentro: chi siamo e soprattutto, dove andiamo.




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